La decadenza degli ordini monastici,
compreso quello Cistercense, portò alla graduale sostituzione della
gestione diretta dei campi con la pratica dell'enfiteusi. I Conversi
lasciarono spazio ai braccianti che vivevano in dimore di paglia e
fango costruite fuori dalle mura dell'abbazia: il primo quartiere
laico di Chiaravalle che conosciamo con il nome di Capanne.
La questione del libero passaggio al
mare che gli jesini volevano fortemente e che gli anconetani
osteggiavano, oltre alle rivendicazioni di entrambe le città sui
territori dell'abbazia, su Monte San Vito Monsano e Fiumesino,
tennero vivo uno scontro fatto di diplomazia e di duri scontri fino a
tutto il XV secolo.
Nel 1486 l'abbazia di Chiaravalle fu
sottratta dalla giurisdizione del vescovo per passare direttamente
sotto l'autorità del Papa, che la esercitava attraverso un
commendatario. Ottenne così lo stato di “Abbazia Nullius”.
Nel 1499 i monaci Cistercensi
abbandonarono Chiaravalle per ritirarsi in Francia presso l'abbazia
madre: a sostituirli arrivarono i Francescani. Questo fatto, insieme
alle pestilenze, le carestie, l'enorme oppressione fiscale dello
Stato Pontificio e la mai interrotta disputa tra Ancona e Jesi,
portarono allo spopolamento del Borgo dell'Abbazia.
Nel 1561 gli jesini ottennero da Papa
Pio Iv il permesso di abbattere gli alberi sulla sponda destra del
Triponzio, che era definitivamente passata sotto la loro
amministrazione: da allora la zona fu detta “Prado”.
Lo stesso Pio IV tre anni dopo richiamò
a Chiaravalle i Cistercensi facendo assegnare loro una pensione
adeguata al sostentamento.
Papa Gregorio XIII (1572-1585) nel
tentativo di contrastare il brigantaggio che sempre più prendeva
piede nella nostra zona, ordinò di abbattere i boschi di Monte San Vito e Chiaravalle, ideale
rifugio di banditi e fuggiaschi. Fu così che scomparve per sempre la
vasta selva che ricopriva gran parte del territorio di Chiaravalle e
che era all'origine del nome dell'abbazia.
Il '600 fu un secolo di grande crisi e
decadimento per l'abbazia e di conseguenza per il borgo circostante.
Fonti:
Sandra Cappelletti "Dalla abbazia alla manifattura. Le origini di Chiaravalle"
Cristiana Cirilli "Chiaravalle tra cultura e natura"
Carlo Vernelli "1808 Nascita di un Comune"
Massimo Papini "Il CLN a Chiaravalle. Dalla lotta di liberazione alla ricostruzione"